È il racconto lirico del rapporto tra un corpo-madre vinto dalla malattia, in relazione con un corpo-figlia, ancora nel pieno delle funzioni vitali, nel momento del passaggio delle consegne esistenziali. Una meditazione sulla Morte e al contempo sull'arcano della Vita, attraverso le poesie di Lucia Diomede, una delle voci più interessanti offerte dalla Puglia letteraria in questo momento. La silloge è corredata di una prefazione di Gianni Antonio Palumbo e da una postfazione di Paolo Briganti. Il progetto grafico e le illustrazioni sono di Elisa Pellacani.