Questo libro è il segno della lunga fedeltà di Trifone Gargano alla lezione di Francesco Tateo, il suo Maestro, professore emerito di Letteratura italiana presso l’Ateneo barese. Il testo si dipana come una lunga e approfondita intervista al decano. Gargano racconta di aver ascoltato Tateo per la prima volta, nel 1979, durante una lezione sul sistema degli studi e sulla rivoluzione didattica dell’Umanesimo. La passione per gli studi di italianistica si accese allora e determinò le scelte professionali dell’autore, caratterizzate da un approccio ai testi della tradizione letteraria, che oscilla tra storia e filologia, con aperture verso il pop.
L’Introduzione di Grazia Distaso, che correda il volume, si focalizza sul ruolo di Francesco Tateo quale ideatore e promotore di un gruppo di ricercatori e di studiosi, che ha dato tantissimo agli studi italiani. Nell’intervista, Tateo affronta temi ancora oggi dibattutissimi, legati alla ricerca e alla didattica, non sottraendosi al confronto con la (post)modernità e con gli odierni strumenti della comunicazione di massa (social network, selfie, tweet, meme, sms, chat).
Due anniversari tondi accolgono questa intervista: i cento anni dell’ateneo barese (1925-2025) e i settant’anni della produzione scientifica di Francesco Tateo (1954-2024), che, da autentico Maestro, continua a tracciare la direzione di marcia.