È il nuovo romanzo, sulla linea autobiografica, di “uno dei nostri scrittori migliori ed imprevedibilmente elusivi del panorama italiano” (Mario Baudino).
Una narrazione che pulsa di “di rabbia e furia”, in cui si staglia Angela, la madre di Franchini, divoratrice, autoriflessa e ostile. Ella riversa sul mondo e sulla famiglia la sua “ferocia”, nel tentativo di assolvere se stessa. Enigmatica e simbolica, la donna incarna tutti gli orrori dell’Italia: qualunquismo, razzismo, classismo, egoismo, opportunismo, trasformismo, la mezza cultura peggiore dell’ignoranza, il rancore. Quale motivo, semplice o complesso, sta dietro la furia di Angela: la guerra che la segna da bambina? un padre morto troppo presto o una madre morta troppo tardi che le ha, a sua volta, infelicitato la giovinezza e la maturità? un atavico complesso d’inferiorità o l’appartenenza alla cultura del Meridione oppresso le cui ragioni Angela vorrebbe far valere contro l’odiato Nord usurpatore? Oppure, più semplicemente, il fuoco interno che la divora è privo di qualsiasi ragione come il cuore nascosto di un vulcano?