Dopo "La Cappa", in cui invita a prendere atto della scomparsa di tradizioni, natura, bellezza, simboli e differenze, e "Scontenti", in cui affronta un presente che non soddisfa più, Marcello Veneziani scorge una via d’uscita dalla solitudine che ci attanaglia, lasciandoci orfani di una visione generale della realtà. In una società frammentata, dove l’individuo è sempre più chiuso nel proprio recinto, la condivisione introduce un elemento di speranza. In un’epoca dominata da un individualismo assoluto, dove i legami si possono recidere se viene messo a rischio questo imperativo categorico, energia particolare e universale che anima la vita, l’amore, è invece tensione a completarsi, «eccedenza e carenza di sé che spingono verso l’altro per colmarsi e riversarsi». Una filosofia di resistenza che fa interagire attualità, polemiche, fatti e tendenze e riflette su odio, indifferenza, madrepatria, legami di sangue e nostalgia del divino, per contrapporre a una vita senza amore l’amore per la vita.