Se la NATO è in guerra lo deve alla sua sistematica e irrazionale violazione delle proprie regole e dello stesso Trattato costitutivo. Perquasi mezzo secolo la NATO ha rispettato i limiti geografici e operativi stabiliti, anche se seguiva e sosteneva la politica statunitense nel mondo. Con la fine dell’Unione Sovietica, però, ha cominciato a “giocare” con le parole del Trattato, poi a mistificarle e, infine, a tradirle. Ora la NATO non ha limiti di territorio e non ha un solo Nemico. Ne ha molti, scelti con cura rispettando le priorità americane. E così ogni Stato membro deve vedersela con la Russia, la Cina, l’Iran, la Corea del Nord, l’India, i BRICS, gli Stati nuclearizzati, i terroristi, i criminali, gli scafisti, le organizzazioni umanitarie e perfino i pacifisti.
L’autore svela i metodi, i pretesti e i trucchi che hanno portato la NATO alla frenesia bellica e l’Europa all’autodistruzione, con l’auspicio che si torni a ragionare.