Ha cominciato la propria ricerca alla fine degli Sessanta e gli inizi degli anni Settanta all’interno delle ricerche sulla scrittura e sulla grafia e traendo ispirazione dalle poetiche degli anni Sessanta di Piero Manzoni e Fontana. Da allora ha esposto in numerose collettive e personali in Italia e all’estero tra cui tra cui ricordiamo “Libri e parole” allestita nel 1982 alla Biblioteca Nazionale Madrid, “The artist and the Book in the Twentieth Century Italy” al Museum of Modern Art di New York nel 1992 e l’ultimissima “Arte è pensiero” a Palazzo Tè a Mantova nel gennaio-febbraio 2006. Come Manzoni e Fontana, Algardi lavora su tele monocrome. Il bianco o il nero sono i suoi colori preferiti su cui incide più volte sulla stessa riga diversi strati di scritture fino a rendere illeggibile il significato. Come nei suoi maestri il suo lavoro comincia con l’azzeramento dell’estetica della pittura. Ma a differenza loro, l’introduzione del segno della grafia diventa elemento estetico, grafia non decifrabile e polisemica. Ambigua.