Edoardo Tresoldi realizza opere di arte pubblica di grandi dimensioni, che esplorano la relazione tra corpi, architettura e paesaggio. I suoi anti-monumenti evocano presenze reali, scomparse o possibili, che attraversano le memorie materiali e immateriali, e i riti delle comunità con le quali interagiscono.
Il suo lavoro si è spesso confrontato con l’archeologia e il paesaggio delle rovine, affiancando la ricerca filologica alla pratica scultorea e all’interesse per il concetto di “materia assente”. Esito di un denso processo preparatorio, di conoscenza dei siti e della loro storia, gli interventi di Tresoldi trasformano luoghi e paesaggi, enfatizzandone le componenti relazionali, immersive e meditative.
Queste opere si contrappongono al rigido canone del monumento, attivando nuove forme di condivisione e scambio tra territori e comunità: uno sviluppo organico in cui corpi e spazi si riconfigurano continuamente per creare un’opera pubblica aperta e processuale.