Nel 2016, durante una conferenza organizzata dall’associazione Falcone e Borsellino, Santamaria conosce Gaspare Mutolo, in quel momento molto provato dalla recente scomparsa di sua moglie Santina.
Attraverso la comune passione per l’arte e il disegno, i due instaurano un fortissimo legame che porta Santamaria a gestire la cura delle opere e delle attività di impegno civile e sociale di Mutolo. Un percorso che nasce dalla consapevolezza del reale cambiamento dell’ex mafioso, ormai distante dai crimini che lo avevano reso noto alle cronache. Una trasformazione spirituale che che spinge la donna ad affiancarlo negli aspetti tecnici e organizzativi delle sue attività di pittore, di collaboratore di giustizia e, più di recente, di opinionista impegnato sui temi della legalità. Da questo sodalizio nasce il libro “Cavalli di razza”, che raccoglie le memorie del pentito.