Le avventure di Marmocchio

Valerio Perna

Votazione: 105

Questo contest è terminato.
Le avventure di Marmocchio
Autore: Valerio Perna
Anno di Pubblicazione: 2022
Casa Editrice: L'erudita
C’era una volta un pianeta di cemento, che si chiamava Blocks perché formato solo da blocchi. Erano di tutti i tipi di materiali: di plastica, di vetro, di pietra, di gomma… Da un po’ di tempo, però, quelli fatti di cemento cominciarono ad imporsi, a prevalere su tutto e su tutti. Avevano paura della diversità degli altri, di forme e di colori, loro sempre grigi e compatti parallelepipedi. Così si riunirono in gruppi per isolare gli altri e fare in modo che la diversità diventasse qualcosa di cui vergognarsi. Pian piano riuscirono a controllare tutti gli ambiti pubblici e privati: chi non era di cemento finì fuori da ogni gruppo. Con slogan e rime ottennero il potere nel pianeta. Allora misero in atto il loro progetto di omologazione. S’impossessarono prima di tutto dell’istruzione e della pubblicità. Poi isolarono gli anziani e i dissidenti. Tutti dovevano indossare la loro divisa, seguire le loro norme e frequentare la loro scuola. Blocks perse colori e forme, i superstiti erano davvero pochi. Fra questi c’era un nonno di legno a forma di carro e una famiglia di marmo. Il primo provò a ribellarsi, ma non ottenne altro che essere ricoverato nell’ospedale permanente, perché chi entrava non poteva più uscirne. La numerosa famiglia Marmo fu costretta a far iscrivere a scuola Marmocchio, chiamato così perché metteva gli occhi dappertutto. Non era fatto per essere scolarizzato. Non poteva accettare d’indossare la divisa. Non poteva sopportare i soprusi dei blocchi di cemento. Non voleva sottostare ad un progetto che procedeva senza badare a chi restava indietro. La sua breve esperienza fu drammatica. Anche lui finì nell’ospedale permanente. Degli anziani, chiamati dementi, e soprattutto dei ragazzi non scolarizzati, detti dissidenti, bisognava sbarazzarsi il prima possibile. Così con un sistema di falsità ed illusione ai primi veniva accelerato il processo di morte, gli venivano scaricati. Fortunatamente la curiosità di Marmocchio li fece conoscere un’altra dissidente, che gli permise di non finire in trappola. Come in un videogioco l’una guidava le mosse dell’altro come un giocatore esterno con il suo personaggio giocatore. Purtroppo i tempi erano troppo stretti per evitare la loro fine nella discarica. Prima, però, Marmocchio era riuscito ad incontrare nonno Carro, che avendo assistito alla sua cattura aveva trovato un modo e una ragione per tornare a muoversi. Era così scappato e aveva dato voce alla protesta dei genitori degli alunni dissidenti dispersi. Questa rivolta aveva messo in crisi i blocchi di cemento, incapaci di affrontare un altro gruppo, così disomogeneo nei colori e nelle forme, ma così compatto nelle idee e negli obiettivi. Da una parte la rivolta dei cittadini, dall’altra la magia del mare dove finivano i dissidenti. Marmocchio e la sua amica non morirono, ma trasformarono il loro blocco in forme umane. Dopo una lunga traversata del mare si finiva nel giardino di Ecce homo, chiamato così per una scritta piovuta come un meteorite dal cielo. Qui c’era un mondo nuovo, in cui la diversità era un principio, in cui il dolore e le sconfitte non erano cancellate, ma parte essenziale di una trasformazione. La sofferenza e la gioia vivevano in equilibrio e solo così ogni blocco poteva raggiungere la sua forma unica e irripetibile.
Questo contest è terminato.