Gino Capone racconta la Storia del grande Cinema, da Lumière a oggi, ma lo fa raccontando come questo arrivava e come veniva vissuto nei piccoli cinematografi dai paesani di un piccolo centro del profondo Sud. E’ lo spaccato di un’epoca , ricco di aneddoti curiosi legati alle gesta di anonimi ma eroici esercenti che facevano cultura senza saperlo. Storie di nomi e soprannomi, di falegnami e attrici, di santi e di cantine. Vicende minime, di piccola cronaca, dentro una Grande Storia: quella del Cinema. Due mondi diametralmente opposti dove personaggi coloriti, come i paesani del piccolo centro, entrano in contatto con i grandi miti del cinema: Charlot, Ben Hur, Maciste, e trovano un punto d’incontro nel buio delle sale cinematografiche attraversate dal magico fascio di luce azzurrognola che, investito dal fumo degli spettatori , s’irradia dalla cabina e proietta sullo schermo storie fantastiche. Un racconto che, divagando volutamente dal tema principale, consegna usi e costumi, riti e miti, atmosfere ed emozioni di un tempo alla memoria di chi non c’era; di chi c’era e non ricorda, e di chi, comunque, avrà la bontà di arrivare al The End.