Scrivere con la penna e con il cuore facile non è in una epoca in cui sembra che il narcisismo eccessivo dilaghi insieme ad una forma di onnipotenza che sostiene subdolamente l’idea di poterci disincarnare. In una realtà irreale in cui sembra che il pensiero creativo stia in sonno senza sogni, in un mondo che per alcuni Paesi ci appare sempre più telematico, tecnologizzato fino a credere nei mirabilia della cosiddetta“Intelligenza artificiale”, invero un grande ausilio ma solo un ausilio, il nostro libero arbitrio cede lentamente al fascino del pensiero unico e binario. Dove è finita la meraviglia dinanzi alle mani di un artista che dipinge una quadro o scolpisce la pietra! Dove dimora lo stupore dinanzi alle mani di un chirurgo o nella penna di un poeta! E l’Amore dove ha stabilito di esistere ancora? L’enigma dell’origine abita la Poesia alla ricerca dello Sposo che profuma ancora di nardo: un Amore indicibile e irrappresentabile se non tra le pieghe silenziose della Parola poetica che consente di sentire misteriosamente il gesto dell’origine. E Dio disse: “Sia Luce…e la Luce fu”. Una Genesi eterna. Un Luce in apparenza incorporea che nella Poesia si fa carne viva e cuore palpitante. L’Amore dello Sposo.