Un obiettivo non lontano dagli intenti prossimi del professore, dopo le dimissioni del 31 maggio c.a., in vista della direzione di un importante programma di educazione economica nelle scuole, propedeutico ad una formazione consapevole, auspicabilmente salvifica, in primis per la “generazione Z”.
In Chimere, alludendo alle figure mitologiche mostruose, i cui corpi erano dati dall’unione di diversi animali, figurando in modo ambiguo come creature mostruose e al contempo utopiche, ancora una volta il professore sfata falsi miti dell’economia, erroneamente divenuti paradigmi nell’immaginario comune. Nell’ordine, nel settore finanziario, delucida ascesa e tramonto delle criptovalute, vàluta i pregiudizi sui legami tra tecnocrazia e politica in rapporto all’inflazione, espone il concetto di liberalizzazione della finanza, riprendendo la crisi del 2008-09. Passa poi a chiarire apporti e scompensi dati all’economia a partire dall’avvento della globalizzazione. Chiarisce, avvalendosi acutamente dell’ironia leopardiana sulle magnifiche sorti e progressive, perché, nonostante la rivoluzione delle ICT (Information and Communication Technologies), vi sia stato un rallentamento nella crescita economica, spiegando quanto molto si debba alla produttività oraria, alla consapevole gestione di tempo e competenze, di cui scienza e tecnologia si fanno strumento: la TFP (Total Factor Productivity) dipende non solo dal grado di sviluppo tecnologico, ma anche e soprattutto dall’organizzazione del lavoro. È chiaro come nel sistema economico giochi dunque un ruolo fondamentale l’educazione alla gestione e al valore della moneta, soprattutto in relazione al tempo, poiché è possibile decidere di allocare gli effetti del progresso tecnico tra maggiore produzione e minore lavoro. Un processo formativo che ha bisogno di sana diffusione, per attecchire senza mettere in circolo verità alterate, che si fanno chimere.
La disamina del professore procede su “economia del gocciolamento” e sfata i miti legati alla flat tax, la “tassa piatta”: tagliare le tasse a chi ha un reddito alto fa davvero bene a tutti? È una strategia di guadagno così semplice o c’è dell’altro nel mezzo? Infine, quanto è realistico il sogno di una crescita economica in relazione agli impellenti problemi ambientali? Si parla di sogno economico solo se il Pil cresce? È questo che alimenta le opportunità, la tolleranza delle diversità, la mobilità sociale, l’impegno alla correttezza e la dedizione alla democrazia (per riprendere lo studio di Benjamin Friedman in The Moral Consequences of Economic Growth)? Per invertire la tendenza negativa in atto, in relazione a problemi ambientali, flussi migratori inevitabili e gestiti in modo disumano e inconsapevole, considerazioni rilevanti sulle energie alternative e sulla riduzione delle emissioni di CO2, alla domanda c’è speranza? il professor Cottarelli risponde citando l’economista ecologico britannico Tim Jackson e il suo libro Prosperity Without Growth, in cui sottolinea la necessità di lavorare meno, ma lavorare tutti. Come? Tra le vie proposte, una di forte impatto: puntare ad uno sviluppo concentrato su attività meno “materiali”, ma ugualmente o anche maggiormente utili al benessere umano, come le attività culturali. Bisognerebbe riprendere in ballo quell’Utilità dell’inutile di cui ha straordinariamente parlato il professor Nuccio Ordine, venuto a mancare pochi giorni fa, nel sul celebre saggio così titolato. La cultura può essere una soluzione all’inversione della rotta economica e di questo Cottarelli si fa promotore. La formazione genera consapevolezza; la consapevolezza genera buon senso nella gestione delle singole vite in relazione alla collettività.
In questo quadro, le rassegne culturali hanno un grande valore politico, nel senso originario del termine, perché aiutano la collettività ad avvicinarsi alle consapevolezze ed è questo esplicitamente anche un elogio al festival, al quale il professor Cottarelli è fedele da diverse edizioni, un festival che educa all’economia, alla socialità, all’ambiente, alla consapevolezza del vivere, che si acquisisce solo con l’apprendimento; quando questo è garantito da un rapporto reciproco, di didattica amorevole e gratuita, di consessi di condivisione fertile, avviene il miracolo sociale. E il miracolo sociale può essere un preambolo per il miracolo economico.
Carlo Cottarelli sarà sul palco del festival a Polignano a Mare il 6 luglio, per una illuminante lezione di economia e di possibile crescita felice.