È un inno all’incontro l’ultimo libro di Erri De Luca, Le regole dello Shangai. Una metafora della vita che è intreccio casuale, ma provocante, intricato, ma felice e, in qualunque forma di contatto, eloquente. Bisogna affinare la tecnica, per non scombinare l’equilibrio dei bastoncini, per non alterare le esistenze, le circostanze. Se lo sguardo si fa sottile, se la mano è ferma, riusciamo ad afferrare lo stecchino da venti punti, il più ambìto. Questo è il mantra del protagonista: vivere ogni giorno secondo le regole del gioco, come se giocare fosse un modo per mettere ordine nel caos.
Lui è un ricco orologiaio, che decide di campeggiare in tenda in una zona di confine tra Italia e Slovenia, e accoglie una gitana in fuga da un matrimonio combinato. L’incontro è permeato da autenticità, da senso di umanità, di ascolto, di fiducia. In quella tenda si sviluppa l’essenza dell’uomo, che non volge le spalle, non è diffidente, sa che protendere la mano sia ancora salvifico. Se la mano trema e non è più ferma, l’altro ha intanto imparato a giocare, e riprende i suoi passi.
Quando i due si separano, resta tra loro un rapporto epistolare intenso. Se in quella tenda hanno vissuto di sguardi, comprensioni, strategie, affidandosi ai meccanismi dell’orologio lui, ingranaggi sottili di un intricato sistema esistenziale (perché le persone sono anche loro dei meccanismi), alla chiromanzia lei, che segue e interpreta le marcate linee della mano, è solo a distanza che si rivelano: gli ultimi scambi epistolari sono densi di verità inaspettate e l’esistenza dell’uno finisce per riguardare inevitabilmente l’esistenza dell’altro. E i protagonisti divengono due sconosciuti che si appartengono, nell’esercizio dell’empatia, e solo alla fine il lettore saprà perché.
Un Erri De Luca che crede nell’uomo, e resta fedele al Borges che recita Nessuno è il sale della terra. Ognuno, in un momento della sua vita, lo è. E in questo indispensabile circuito di consapevolezza, sa che capire l’altro è l’unica soluzione per aprirsi alla vita.
Lo Shangai è il caos dentro cui viviamo, è il caos della vita, il caos della guerra; agire, senza dichiarare di farlo, è un’arma a doppio taglio. Gli incontri determinano questo caos, in una continua interferenza dell’invece.
Un libro che tiene sospesi, in una costante metafora che invita ad affinare lo sguardo, a sviscerare le parole, a cogliere l’essenziale non visibile agli occhi.
Erri De Luca sarà a Polignano il 5 Luglio, a parlarci di incontri, di vite che si intrecciano e si sciolgono, in un gioco di incastri in cui anche una mossa impercettibile può cambiare il corso della partita.