Non ci si faccia trarre in inganno dal titolo - volutamente - provocatorio: l’ultimo libro di Gherardo Colombo non è affatto contro la Costituzione, anzi. Potrebbe essere definito una sua appendice paratestuale: un commento puntuale e originale del documento a lui più caro in assoluto, alla cui divulgazione l’ex magistrato del pool di “Mani Pulite” si dedica anima e corpo da quando ha appeso la toga al chiodo, coinvolgendo migliaia di studenti lungo tutta la penisola.
L’Anticostituzione, il cui titolo completo recita così “come abbiamo riscritto (in peggio) i principi della nostra società”, è già di per sé una dichiarazione programmatica, ma anche un pungente j’accuse e un’ammissione collettiva di colpa: perché in quel noi Colombo non fa riferimento solo alle cariche istituzionali che, in diversi modi nel corso degli anni, hanno tradito i principi su cui avevano prestato giuramento, ma anche ogni cittadino comune, che nel quotidiano e in maniera più o meno conscia, si appella a un documento di cui poi, nel concreto, ne contraddice i dettami.
Predicare bene e razzolare male: per evitare appunto di incappare in questo vecchio vizio italico (e non solo), questa volta Colombo traduce il suo impegno civile sulla carta stampata con l’obbiettivo primario di colmare lo scarto sempre più profondo “tra realtà storica e desideri costituzionali, tra l’essere e il dover essere” – secondo l’efficace definizione dell’esimio collega e amico Gustavo Zagrebelsky.
Questo scarto tra teoria e pratica è lampante anche da un punto di vista grafico: il libro è infatti bipartito, con un testo a fronte come quelli in una lingua straniera che, paradossalmente, in questo caso sarebbe proprio quella con cui è stata vergata la Costituzione. Nella colonna di sinistra delle pagine si trovano i quaranta articoli originali tratti dal documento redatto nel 1948 e paralleli ad essi, incolonnati a destra, la loro rispettiva “traduzione” in prassi, riscritti con la penna esperta e sagace dell’ex magistrato, che non fa sconti davanti alle nostre mancanze nei confronti degli ideali dei padri e delle madri costituenti.
Con la sua Anticostituzione – pubblicata con Garzanti e in libreria dallo scorso gennaio, argomento del suo incontro il 20 luglio a Vieste – Gherardo Colombo fornisce ai lettori uno strumento ragionato, utile anche ai meno esperti in materia e ai più giovani per orientarsi attraverso gli articoli più importanti della Carta costituzionale con un linguaggio contemporaneo e colloquiale, come quello di un buon maestro che guida senza nessuna imposizione retorica “perché è necessario averne consapevolezza, e in modo chiaro e preciso” con la speranza che la “Costituzione più bella del mondo” non resti solo un poetico modo di dire, ma trovi ogni giorno la sua concreta realizzazione nell’operato di ognuno.