Da un lato il 1970, per convenzione l’anno di nascita della “coscienza ecologica” con il primo Earth Day della storia, dall’altro il 2070, limite fissato dall’India, paese più popoloso (e quindi tra i più inquinanti) del globo, per raggiungere emissioni zero: questi i cento anni a cui Francesco Rutelli fa riferimento nel titolo del suo ultimo libro, Il secolo verde - Come affrontare l’emergenza del clima e delle guerre rispettando l’ambiente, uscito per Solferino a fine marzo, dedicato alle maggiori sfide della transizione climatica, energetica e ambientale.
L’ex sindaco di Roma, dopo una lunga militanza nella sinistra d’ispirazione ecologista (prima con i Radicali, poi i Verdi, fino a L’Ulivo e La Margherita, confluendo infine nel PD), è ormai fuori dall’arena politica dal 2013. Nell’ultimo decennio si è dedicato maggiormente al mondo della cultura (dal 2016 è Presidente dell’ANICA, la maggiore e storica associazione che riunisce in Italia Produttori, Distributori, Industrie Tecniche) e alle tematiche ambientali, da sempre un punto cardine della sua visione, nonché alla base del Centro Studi per un Futuro Sostenibile, da lui fondato nel 1989.
Proprio questa passione civile per l’ecologia, resa ancora più urgente da uno scenario internazionale sempre più polarizzato e meno coeso, ha mosso la mano scrivente di Rutelli nella stesura de Il secolo verde, in cui auspica prima di ogni cosa una convergenza trasversale su determinati temi dal respiro universale, in primis appunto le questioni legate alla fragilità dell’habitat globale e ai cambiamenti climatici.
Inserendosi a metà del suddetto secolo, il saggio riflette su ciò che è stato fatto finora (poco e male), ma soprattutto su quello che va fatto adesso, nell’immediato presente, affinché il prossimo futuro sia davvero un traguardo più verde e non di un grigio fumo tendente al nero petrolio.
è davvero possibile farlo? Secondo Francesco Rutelli sì. Nei ventotto capitoli del suo libro traccia infatti un percorso chiaro che, attraverso una serie di azioni concrete e soluzioni efficaci, ha per meta il cosiddetto “ambientalismo adulto”, realmente capace di salvare il pianeta, senza spaventare le persone comuni, ma convincendole a prendere parte attiva al cambiamento.
Il consenso dell’opinione pubblica è infatti, secondo l’autore, la chiave di volta per la riuscita di qualsiasi iniziativa, piccola o grande che sia. Mobilitarsi per la salvaguardia dell’ecosistema Terra, deve quindi diventare una scelta di popolo, condivisa da tutti, e non più una sfida legata a un’avanguardia elitaria che per anni si è ritrovata a gridare Al lupo! Al lupo! senza essere ascoltata.
Francesco Rutelli, atteso il 6 luglio a Polignano a Mare, mette insieme un manifesto pragmatico, propositivo e, più di tutto, positivo, che ha come conditio sine qua non la cooperazione: lavorare in comunità per il bene di tutti e di ognuno è possibile, nonché necessario.