Come sfondo un condominio domotico di ultima generazione, abitato da un carosello di personaggi non umanamente eccellenti, tutti spinti da un egoistico senso di autorealizzazione a discapito del prossimo, ecco Laura, la protagonista, eccentrica donna di scienza che, dopo aver speso i suoi anni migliori nel conseguimento di una carriera brillante, ha un’idea dal risvolto “socialmente utile”: fondare una no-profit dedicata alla formazione dei meno giovani nell’utilizzo quotidiano della tecnologia in modo tale da renderli autonomi in questo Brave New World – che è ormai realtà presente – dove anche la più banale operazione burocratica può trasformarsi in un’impresa titanica se non si conosce almeno l’ABC digitale.
Fotografia di un futuro quasi già presente, o meglio di un reale molto possibile, in questa sorta di what if (che però ormai molto if non lo è più), anche il misterioso gruppo di hacker in là con gli anni, gli ANonnimus , che danno il titolo alla vicenda e che porteranno scompiglio nei piani della nostra eroina, sembra poi non essere così tanto surreale. Le mosse di questi pirati del web “anarco-insurrezionalisti” hanno tutte uno scopo ben preciso: fermare la privatizzazione della scienza e riprendersi la tecnologia, mettendola a disposizione di tutti per il benessere collettivo.
Satira romanzesca a parte, tra le righe di questa originalissima avventura Sabina Guzzanti inserisce una profonda riflessione sul nostro rapporto sempre più compenetrato con la tecnologia, che in sé per sé, non è mai il problema, ma anzi potrebbe esserne la soluzione a molti: tutto sta nel modo in cui l’uomo sceglie di farne uso nella propria esistenza, troppo spesso purtroppo per prevaricare sul prossimo sempre più su larga scala.
L’intelligenza artificiale è il correlativo oggettivo che incarna perfettamente questo dilemma. L’autrice e attrice romana dai talenti multiformi ammette senza problemi di essersi rivolta per curiosità alla famigerata Chat GPT e averci “giocato”, fornendo al vituperato software di intelligenza artificiale una serie di input. Il risultato? Non è stato certo materiale da letteratura, ma le ha restituito degli spunti interessanti che, rielaborati dalla sua creatività - umana al 100% - hanno trovato anche il modo avuto di farsi strada nel testo.
L’AI infatti, secondo la Guzzanti, non deve essere solo considerata come una rivale, ma anzi potrebbe diventare uno strumento di liberazione da meccanismi logoranti di sopravvivenza. In soldoni: se non dovessimo più lavorare per vivere, quali potenzialità sopite potremmo sviluppare? Magari la telepatia o qualche altro potere da X-Men, chissà.
A questo e ad altri quesiti esistenziali la protagonista di ANonnimus dovrà cercare una risposta, tra super frigoriferi che più smart non si può e WC semi-senzienti capaci di diagnosticare malattie meglio e prima di un medico, affrontando una serie di stravaganti peripezie che la porteranno verso un singolare recupero del rapporto con la natura, in chiave dissacrante come solo la Guzzanti sa fare, senza però rinunciare a degli echi poetici vagamente leopardiani.
Sabina Guzzanti, volto per eccellenza della satira nazionale, vestirà però i panni di autrice per parlarci di questa sua ultima stravagante impresa letteraria il 6 luglio prossimo, seconda giornata del Festival del Libro Possibile a Polignano a Mare.